Amazing Garda Lake: San Zeno di Montagna, un paese per tutti

L’Alto Garda è un luogo di sintesi fra aria e acqua.

L’incontro perfetto, la simbiosi armonica fra lo stato liquido azzurro e l’aura di infinito che si staglia in quota.

Un eclettismo che non lascia indifferente, perché sembra materia creata appositamente per gli esploratori di emozioni, che poi è l’obiettivo di Amazing Garda Lake, ovvero il progetto di valorizzazione territoriale realizzato con il sostegno della Regione Veneto, per mettere in risalto le peculiarità del territorio veronese, soprattutto quelle che probabilmente meno si conoscono e che forse, proprio per questo, raccontano più a fondo l’essenza di un territorio e della sua comunità.

San Zeno di Montagna, piccolo comune appollaiato a mezza costa fra Lago di Garda e Monte Baldo, è l’emblema di tutto questo, perché rappresenta un trait d’union formidabile fra due microclimi, capaci, i quanto tali, di generare tutta una serie di opportunità da scoprire e da vivere praticamente per tutto l’anno.

Il soprannome più famoso per questo paese, è quello che lo definisce come il paese dei tramonti, perché sul far della sera affacciarsi sul lago con il sole che scalfisce le vette bresciane e riverbera potente ma calante sull’acqua, regala un senso di pace e di ammirazione praticamente perfetto al culmine di una giornata ricca di altre avventure.

Per esempio le escursioni.

Per chi ama camminare, sopra San Zeno esiste tutta una serie di passeggiate e di mete che si lasciano scoprire con licenza di stupire. E quindi, magari, di ritornarci.

Sono luoghi che per la bontà dei prodotti e per le storie delle persone che ci vivono, trasmettono un feeling spontaneo, con la natura e con loro stesse.

Malga Traure, per esempio, cattura per l’autenticità dei gestori, una famiglia che propone i sapori tipici di questa terra, ricca di formaggi prodotti con il latte delle vacche al pascolo, di salumi fatti seguendo le indicazioni tramandate di padre in figlio, di arricchimenti aromatici con le erbe della zona (il Monte Baldo, per la sua straordinaria ricchezza botanica, viene considerato il giardino d’Europa).

Più in alto ancora, c’è Malga Pralongo, una meravigliosa ristrutturazione di un antico baito montebaldino, in cui si nota ancora la suddivisione classica fra “logo del fogo”, dove si trovava la caldaia per la produzione del formaggio, e il “logo del late” che invece accoglieva il latte prima della lavorazione. Una struttura caratteristica, che rispecchia la civiltà malghese di un tempo e che oggi invece accoglie i turisti proponendo anch’essa i prodotti tipici della zona, che così trovano anche qui uno sbocco commerciale significativo, essenziale per la permanenza della vita agricola in quota con la cura territoriale che ne consegue.

Un altro esempio di vita rurale vera, è il Baito dei Santi, dove una famiglia di allevatori nei mesi estivi produce formaggi che propone in degustazione insieme ai salumi prodotti invece durante il periodo invernale. Arrivando qui, si ha la possibilità di immergersi nella vita agricola di montagna, fatta di essenzialità ma anche di sapori intensi e autentici. 

Non è da meno l’Agriturismo La Part, gestito da una famiglia che ha saputo reinventare il lavoro di contadino e allevatore facendolo diventare un luogo da assaporare, perché anche qui i prodotti che si assaggiano sono quelli che nascono in azienda, ovvero salumi, formaggi (l’azienda produce latte), ortaggi e altro ancora. E lo potete fare ammirando il Lago di Garda da una piattaforma che si affaccia proprio sopra San Zeno di Montagna.

E sempre in questo paese, la Taverna Kus è un altro luogo che parla del territorio usano il linguaggio del cibo del posto, elaborato in maniera raffinata da una brigata di chef molto attenti a rispettare le specificità dei sapori.

Ma che cosa rappresentano queste realtà, al di là dell’aspetto turistico?

L’aspetto più rilevante è la conversione che le famiglie che le caratterizzano hanno conosciuto per poter continuare a lavorare nella loro terra. Da un’economia agricola di prodotto, a un’economia agricola che guarda al turismo; il prodotto fatto in casa a regola d’arte che diventa tipicità alla portata di persone che non vivono qui. Sembra un passaggio automatico, ma passare dalle poche parole di una vita dura alla capacità di accogliere e di aprire le porte di casa, non è stato affatto semplice.

Ma è comunque il segno di un cambiamento chiarissimo, che si è palesato soprattutto negli ultimi 30 anni.

E poi c’è l’aspetto della cura ambientale. Cosa succederebbe alla montagna se i contadini e gli allevatori se ne andassero? L’abbandono e l’incuria avrebbero ripercussioni gravissime sull’assetto morfologico e ambientale, perché il bosco avanzerebbe, aumenterebbero i rischi di smottamenti e incendi, le superfici silvopastorali si ridurrebbero drasticamente e diverrebbero difficilmente recuperabili. In sintesi: senza di loro, l’economia della montagna sarebbe a rischio, che non significa solo non produrre, ma anche disperdere un patrimonio culturale ereditato da secoli di storia rurale.

Ecco perché, contrariamente a qualche diceria, San Zeno non è affatto un paese per vecchi. Al di là dell’ospitalità offerta dagli hotel, sul territorio c’è un insieme di piccole aziende famigliari che hanno deciso di essere allo stesso tempo  produttori e operatori turistici, perché sono loro stessi le attrazioni del paese. Se poi ci mettiamo le nuove forme di escursionismo che lì si possono vivere, come il noleggio di E-bike o di Vespe, le camminate in nordic walking, l’adrenalina al Jungle Park, non è difficile capire come San Zeno di Montagna sia, in realtà, un paese per tutti, perché sa coniugare sapori e memorie, avventure e contemplazione.

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